scene da un matrimonio

In attesa di ascoltare nuovi concerti (i due che avevo selezionato mesi fa hanno esaurito i posti prima che potessi prenotarne uno) o di cantare in produzioni liturgiche, posto un annuncio, che tradotto e rettificato suona così:

Matrimonio presso la tal chiesa (a Vienna), il tal giorno a tal ora.
L'organista suona all'ingresso della sposa. Alla fine del rito verranno fatte delle foto presso l'altare e mi piacerebbe avere un sottofondo musicale, finché la coppia di sposi non esce dalla chiesa. Durante la cerimonia non c'è bisogno di musica.
Paga: €100. I miei suggerimenti:
- ingresso della sposa: Aria dalla Suite n.3 di Bach
- uscita: Canone in re di Pachelbel, Minuetto di Händel, Toccata in sol di Dubois.
Come detto, questi sono pezzi che mi piacciono, ma sono aperta ad altre proposte.

da qui
Questo annuncio si presta a numerose riflessioni sulle diverse convenzioni sulla musica per matrimonio al di qua o al di là delle Alpi. La sposina in questione dimostra di avere una minima conoscenza musicale (la Toccata di Dubois non è da tutti, il resto però non è propriamente repertorio organistico e non si sa a quale minuetto di Händel faccia riferimento, oltre a piccoli errori o riferimenti incompleti che ho corretto per questo post) ma di non formalizzarsi agli standard. Ecco il punto! Gli "standard" che mi(ci) venivano richiesti in Italia (Wagner all'inizio, Mendelssohn alla fine, Ave Marie varie soprattutto Schubert, arie, canoni, Panis Angelicus, Ave verum ed altri brani "celebri" durante la cerimonia) costituiscono un repertorio comune? Stabilito da chi? Sono bastati alcuni telefilm americani per dare ad un balletto fantastico di Mendelssohn l'onore di chiudere le cerimonie nuziali? Mi sembra che i seguitissimi matrimoni reali inglesi, da Carlo&Diana a William&Kate, abbiano proposto ben altre scelte (ad esempio qui)! Eppure ogniqualvolta si propongono melodie alternative, più indicate al luogo di culto o al tema della cerimonia o semplicemente nate per lo strumento che si va a suonare (specialmente in caso di organi storici), si ricevono occhiate sconsolate, perché il matrimonio non sembra valido senza Wagner, Schubert e Mendelssohn e non importa per quale occasione (profana) siano stati composti quei brani. Mah! Santificati dall'uso? Continuo a dissentire, però finché pagano...

non so che strumento sia, cmq da qui
Ecco l'altro punto, la paga. La sposina dell'annuncio versa €100 per due-tre brani che, eccetto uno, sono facili trascrizioni, leggibili a prima vista. Certo, c'è la rottura di dover assistere al matrimonio intero senza far nulla, ove magari si prodigheranno chitarristi e coretti improvvisati (ahimè, sono arrivati anche qui!). In Italia, dovendo generalmente sostenere l'intera messa (ritardi della sposa e lungaggini del sacerdote e dei parenti compresi), la cifra richiesta può essere anche molto più alta (ovviamente-ahimè bis-in nero), anche se devo ammettere di non aver mai ricevuto più di €100. L'inghippo non è tanto quanto viene pagato l'organista, ma quanto viene pagato l'organista in proporzione agli altri musicisti. Solitamente l'organista non basta perché l'Ave Maria va cantata. Se non c'è il parente cantante (no comment! 9 su 10 sono peggio dei gatti in amore) si ricorre a qualche "professionista" (altro mare di amatori, i veri professionisti sono pochi) che chiede esattamente la stessa cifra dell'organista, pur esibendosi in un solo pezzo. Ammesso che si tratti di persone con tanto di diploma, col vecchio ordinamento canto erano 5 anni, organo 10. Perché un cantante in proporzione dovrebbe essere pagato di più? Allora preferisco chiamare un amico violinista, violoncellista, oboista, trombettista, flautista, etc. che non solo mi dà una mano anche negli altri brani della cerimonia, ma soprattutto non si prende licenze ritmiche e d'intonazione piuttosto discutibili. Soldi ampiamente meritati! 

Conclusione? Un altro annuncio. Offresi organista per cerimonie nuziali GRATIS a condizione che le si dia carta bianca per il repertorio e per uno strumento solista (anche cantante, ma di mia fiducia, che va pagato).


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